Dai primi Anni Settanta collabora con numerosi registi italiani, radicando il proprio linguaggio nella tradizione nazionale e tuttavia immettendovi fin dagli inizi una sensibile originalità personale. Soprattutto dalla fine degli Anni Ottanta, la sua maturazione artistica lo porta all’attenzione del pubblico e della critica in ambito internazionale, meritandogli riconoscimenti di grande portata, dai David di Donatello per Ginger e Fred di Federico Fellini, e Caro diario e La stanza del figlio di Nanni Moretti, all'Oscar nel 1999 per La vita è bella di Roberto Benigni.
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